lunedì 25 marzo 2013

Carlo O. Gori. Storia. Sessantotto e dintorni. Quotidiani. 3. "Quotidiano dei lavoratori" (1974-1979)

"Quotidiano dei lavoratori" (1972-1979): soprattutto, ma non solo, un quotidiano "militante"

Riprendo qui il discorso sui quotidiani pubblicati da forze politiche "a sinistra del PCI", con particolare riferimento all'anno 1979, quando ai partiti (all'esterno detti "partitini") della cosiddetta "ultrasinistra" facevano riferimento ben cinque quotidiani. Come si nota, non ho più usato, storicizzando, per indicare la forza politica di riferimento di tali pubblicazioni di quell'anno  il termine "gruppo", o francesizzando, "gruppuscolo" oppure "movimento", in molti casi validi per anni precedenti, perché nel 1979, seguendo una schema organizzativo, più o meno rigidamente leninista, tali raggruppamenti si erano, alcuni ormai da tempo, altri  partendo da periodi più recenti, ormai definiti  e qualificati come "partito". Ugualmente, nel caso, non può più, correttamente, esser adoperato il precedente e largamente abusato   aggettivo di "extraparlamentare, in quanto tutte tali forze, qualcuna autonomamente, altre, fra loro, in coalizione, partecipavano in quel tempo alle elezioni politiche e/o amministrative . 
In questo blog, nel post del 1 dicembre 2012 ho postato una mia scheda (pubblicata nel libro Attilio Mangano, Le Riviste degli Anni Settanta: gruppi, movimenti e conflitti sociali, , Bolsena-Pistoia, Massari editore-CDP Pistoia, 1998)  relativa al quotidiano "Ottobre" pubblicato dal Partito Comunista d'Italia (m-l) (vd. link sotto) e lo stesso qui ho fatto il 23 dicembre 2012 per il quotidiano "La Sinistra", pubblicato dal Movimento Lavoratori per il Socialismo (vd. link sotto). 
Ambedue i suddetti quotidiani... "nati e morti" nel 1979. 
Proseguo qui soffermandomi su un altro quotidiano di quel tempo, questo, più noto e "durevole"  (1972-1979) "Quotidiano dei lavoratori" promosso da Avanguardia Operaia  (ufficialmente Organizzazione Comunista Avanguardia Operaia) il cui organo ufficiale era il periodico "Avanguardia operaia" (1971-1974). 
Diversamente dai due casi precedenti, nel caso della scheda del  "Quotidiano dei lavoratori", mentre la parte della descrizione bibliografica è mia, come del resto accade in tutte le schede pubblicate nel libro sopracitato, non è mia la susseguente scheda storica, compilata in questo caso da Diego Giachetti, che quindi riguardo a quella sua parte, qui sotto cito. (COG)
“Doveva chiamarsi “Bandiera Rossa”, infatti i primi numeri zero di prova uscirono con questo titolo, poi le proteste dei legittimi proprietari di questa testata, i Gruppi Comunisti Rivoluzionari (la sezione italiana della Quarta Internazionale) imposero il cambiamento di nome.
Il nuovo quotidiano comparve nelle edicole il 26 novembre del 1974 collocandosi nell'area di influenza della nuova sinistra già occupata da due altri giornali: “Il Manifesto” dal 1971 e “Lotta
Continua dal 1972”.
Dietro l'iniziativa editoriale vi era l'Organizzazione Comunista Avanguardia Operaia. L'intenzione era di fare un giornale completo che potesse esaurire il bisogno di conoscenza del lettore. Il nuovo quotidiano voleva estendere la sua area di intervento a quei settori trascurati dagli altri due della nuova sinistra, la cronaca, il costume, l'informazione quotidiana sugli spettacoli e sulla televisione. Lo scontro in fabbrica non esauriva tutta vita dei proletari e dei militanti, scriveva il direttore responsabile, Silverio Corvisieri sul numero del 1 dicembre 1974, «essa è fatta anche del modo con il quale si ad uno spettacolo televisivo». Di qui la scelta delle otto pagine contro le quattro/sei di “Lotta Continua” e del “Manifesto”. I fondi necessari ad avviare l'impresa (100 milioni) furono raccolti tramite una sottoscrizione capillare fra i militanti e la vendita di qualche appartamento da parte di compagni benestanti e qualche prestito.
Nei suoi primi due anni di vita il giornale vendeva 18 mila copie, metà delle quali in Lombardia. Dopo le elezioni del 20 giugno 1976 e il deludente risultato del cartello elettorale di Democrazia Proletaria, Avanguardia Operaia conosceva un lacerante dibattito interno che influì negativamente sul giornale. Silverio Corvisieri abbandonava la direzione, quasi tutta la redazione passava al “Manifesto”, le copie vendute scendevano sotto le l0 mila, i debiti aumentavano e il numero delle pagine si riduceva a quattro.
Nel 1978 veniva ridefinito il progetto editoriale e politico del giornale che sfociava nella scelta a favore del formato tabloid e per un 'impostazione meno partitica e più movimentista. Le copie vendute risalivano a 12-15 mila, non sufficienti però a coprire tutte le spese e i debiti accumulati. L'insuccesso riportato dalla lista Sinistra Unita (cartello nel quale era confluita anche Democrazia Proletaria) alle  elezioni politiche del 1979 , impediva l' elezione di alcuni deputati al Parlamento e, conseguentemente, l'accesso alla quota di denaro spettante secondo la legge sul finanziamento ai partiti, unica sicurezza per garantire in qualche modo un parziale risanamento dei debiti accumulati. La chiusura era inevitabile e improcrastinabile, l'ultimo numero usciva nelle edicole il 12 giugno 1979.
Circa un anno dopo, il 20 marzo 1980, la testata ricompariva nelle edicole come settimanale, diretto da Stefano Semenzato, dopo quattro numeri di prova intitolato “Nuova Opposizione”. Il settimanale era il punto di riferimento per l'area di militanti che si riconosceva nell'organizzazione politica Democrazia Proletaria, frutto della fusione tra Avanguardia Operaia, una parte del PdUP  e  la Lega dei Comunisti.
Il settimanale cessava definitivamente le pubblicazioni col numero del 14 maggio 1982. (D.G)”


Scheda bibliografica: QUOTIDIANO dei lavoratori- A. 1, n. 1 (26 nov. 1974)-a. 6, n. 130 (12 giu. 1979). - Milano: Avanguardia operaia, 1974-1979. - 58 cmDir. resp.: Roberto Alemanno. - Continua con: Quotidiano dei lavoratori edizione settimanale.- Ha numerosi suppl. - Il formo varia dall 'a. 5, n. 262 (7 dico 1978). 1 (1974)-6 (1979).

                                                


                            

                                    Carlo Onofrio Gori









Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.


Pubblicato in (pp. 246-247):


Attilio Mangano, Le Riviste degli Anni Settanta: gruppi, movimenti e conflitti sociali, a cura di Giorgio Lima (e con la collaborazione di Valerio Bartoloni, Berlinghiero Nuonarrori, Maria Letizia Borelli, Daniele Briganti, Roberto Costa, Giuseppe De Masi, Fabrizia Fagnani, Diego Giachetti, Carlo Onofrio Gori, Lucia Innocenti, Roberto Massari, Roberto Niccolai, Sara Pampaloni, Giorgio Sacchetti, Antonio Schina, Massimo Varengo), Bolsena-Pistoia, Massari editore-CDP Pistoia, 1998.

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